Articolo di Marino Niola, pubblicato da Il Venerdì di Repubblica del 27/05/2011
mercoledì 29 giugno 2011
La capacità di donare che ci lega agli altri
Il dono non è un'eccezione ma la regola del vivere insieme. E a fare la società non sono solo gli interessi, ma la generosità disinteressata. Un continuo dare, e ricevere e ricambiare che non possono essere separati, ridotti a economia, se non a scapito della tenuta del legame sociale. Non è utopia se il 73% dei contribuenti italiani in questi giorni sta barrando la casella del cinque per mille a scopi benefici. E una percentuale sempre maggiore di cittadini globali spende il suo tempo e il suo denaro in attività di volontariato. Senza nessun ritorno economico, ma piuttosto etico. Si fa strada in strati sempre più larghi dell'opinione pubblica l''idea che la crescita continua e lo sviluppo insostenibile stanno minando le basi stesse del legame sociale e minacciano di farci tornare a una specie di stato di natura. Uno scenario apocalittico popolato di individui mossi solo dall'utile e l'un contro l'altro armati. E' quel che sostengono da anni gli esponenti del cosiddetto antiutilitarismo come Alain Caillé, Serge Latouche, Ugo Olivieri, Alberto Lucarelli, Daniela Falcioni. La corsa al profitto, che asseconda gli istinti animali della globalizzazione, sta destabilizzando società e natura. E quando la disuguaglianza tra gli uomini supera la soglia di guardia l'unico antidoto al conflitto diventa la generosità. La mano tesa contro la mano armata.
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