giovedì 24 marzo 2011

Prossimi appuntamenti

Vi segnaliamo due prossimi importanti iniziative che si terranno a Napoli, organizzati dal gruppo "A piene mani. Dono dis/interesse e beni comuni":
29 aprile 2011 ore 9.30 - 18.00, "Dono, dis/interesse e beni comuni nella società antica", Biblioteca di Ricerca Area Umanistica, piazza Bellini 56/60, Sala del refettorio. 
Programma: 
ore 9.30 Saluto del Presidente del Polo
ore 10.00 Relazioni di Arturo De Vivo, " Tacito e la semantica ambigua di donum"
Valeria Viparelli, "Il dono proibito: lo scambio d'amore nella poesia latina"
Corrado Calenda
a seguire: Discussione
ore 13.30 Pausa pranzo
ore 15.00 Relazioni di Corrado Bologna, "Dante e il dono della lingua come bene comune", Ugo Olivieri "Il dono della servitù. De la Boetie e l'analisi della tirannide", Francesco Cristofaro. Presiede Arturo De Vivo.
A seguire: Discussione
Conclusioni di Ugo Olivieri.
17 maggio 2011 ore 9.30 - 19.00, "Beni comuni e dono", Accademia delle Belle Arti di Napoli, via Costantinopoli.

Programma:

9.30 saluto del Presidente del Polo e della direttrice dell'Accademia delle belle Arti di Napoli
Introduzione ai lavori di Alberto Lucarelli e Ugo Olivieri.
Comunicazioni: Marino Niola, Paolo Fabbri (dono); Teresa Pullano (bene comune)
A seguire: discussione
13.30 pausa pranzo
15.00 Jacqueline Morand, Alain Caillé
A seguire: relazione dell'Accademia delle Belle Arti
17.30 Tavola rotonda finale

venerdì 18 marzo 2011

Aiutare gli altri dà più gioia del buon cibo o di un bel film


Da un articolo apparso oggi su Repubblica.
Secondo uno studio del prof. R. Ryan, docente di psicologia alla Rochester University, coloro che si dedicano ai familiari, al prossimo, al lavoro ben fatto, hanno mediamente una vita più lunga, una salute migliore e una felicità più piena, rispetto a chi si concentra sul piacere edonistico.
Insomma, per essere felici non bisogna concentrarsi troppo sulla felicità, piuttosto, bisogna concentrarsi sui rapporti che contano.

martedì 15 marzo 2011

etimologie

La parola inglese "gift" ha questa origine:
From the Old English "asgift," meaning, "payment for a wife" in the singular and meaning "wedding" in the plural. The Middle Dutch "gift," now written as "gif," meant the same, but today means "poison." The Old High German "gift" also became "poison." From the root "geb-", from which in English we get "give." There is another German word, however, which incorporates the word "gift", but which retains the older meaning of "payment for a wife". The word is "Mitgift", which is the modern German word for "dowry".
Sull'Online Etymology Dictionary si possono trovare anche molte altre espressioni curiose e non prive di suggestioni.

In questo blog invece, una sintetica ed esaustiva rassegna dell'ampio dibattito etimologico sul dono, con particolare riferimento all'indagine linguistica di Emile Benveniste.
Ambiguità, paradossi, oscurità, enigmi. Perché il fascino del dono parte già da lì.

domenica 13 marzo 2011

Il dono e la democrazia, oggi.

Il dono si presenta di fronte a noi in molte forme, gioca, si nasconde e si mostra con tutto il suo bagaglio di ambiguità e opportunità.
Come non parlare allora, oggi, dell'ultimo libro, appena pubblicato in Italia di Martha Nussbaum "Non per profitto"?
Questa è una bella recensione scritta da Luca De Biase. Ne ha parlato anche Maurizio Ferraris su Repubblica.
Tullio De Mauro, su Internazionale sintetizza così il testo della grande filosofa, che tra le molte cose importanti ci ricorda di quanto la cultura e la democrazia si costruisca grazie a persone critiche, che non hanno paura di amare i classici e perfino il greco e il latino.

mercoledì 2 marzo 2011

Seneca

ecco alcuni brani significativi:

"certi doni si danno agli amici, certi altri agli sconosciuti; il dono diventa più prezioso -pur essendo sempre lo stesso- se inaugura una catena di relazioni" (III, XII, 1).

"Quel beneficio che si realizza nell'azione del donare è già contraccambiato se viene accolto con benevolenza; l'altro beneficio, quello che consiste nell'oggetto materiale, noi non lo abbiamo ancora ricambiato, ma vogliamo ricambiarlo. All'intenzione rispondiamo con l'intenzione; ma siamo ancora debitori di un oggetto, in cambio di un altro oggetto. Per questo diciamo che se la riconoscenza consiste nel  ricevere con buona disposizione d'animo, tuttavia prescriviamo anche di ricambiare il dono ricevuto con uno simile"(II, IIIV, 1).

"Non può chiamarsi beneficio quel che viene dato per lucro. "Darò tanto e riceverò tant'altro": questo è un mercato!" (IV,XIII,3).

"Se non donassimo che per riscuotere, dovremmo morire senza fare testamento" (IV,XI, 6).

"Non mi resta altro che ciò che ho dato" (Diatribe, IV).