ecco alcuni brani significativi:
"certi doni si danno agli amici, certi altri agli sconosciuti; il dono diventa più prezioso -pur essendo sempre lo stesso- se inaugura una catena di relazioni" (III, XII, 1).
"Quel beneficio che si realizza nell'azione del donare è già contraccambiato se viene accolto con benevolenza; l'altro beneficio, quello che consiste nell'oggetto materiale, noi non lo abbiamo ancora ricambiato, ma vogliamo ricambiarlo. All'intenzione rispondiamo con l'intenzione; ma siamo ancora debitori di un oggetto, in cambio di un altro oggetto. Per questo diciamo che se la riconoscenza consiste nel ricevere con buona disposizione d'animo, tuttavia prescriviamo anche di ricambiare il dono ricevuto con uno simile"(II, IIIV, 1).
"Non può chiamarsi beneficio quel che viene dato per lucro. "Darò tanto e riceverò tant'altro": questo è un mercato!" (IV,XIII,3).
"Se non donassimo che per riscuotere, dovremmo morire senza fare testamento" (IV,XI, 6).
"Non mi resta altro che ciò che ho dato" (Diatribe, IV).
"certi doni si danno agli amici, certi altri agli sconosciuti; il dono diventa più prezioso -pur essendo sempre lo stesso- se inaugura una catena di relazioni" (III, XII, 1).
"Quel beneficio che si realizza nell'azione del donare è già contraccambiato se viene accolto con benevolenza; l'altro beneficio, quello che consiste nell'oggetto materiale, noi non lo abbiamo ancora ricambiato, ma vogliamo ricambiarlo. All'intenzione rispondiamo con l'intenzione; ma siamo ancora debitori di un oggetto, in cambio di un altro oggetto. Per questo diciamo che se la riconoscenza consiste nel ricevere con buona disposizione d'animo, tuttavia prescriviamo anche di ricambiare il dono ricevuto con uno simile"(II, IIIV, 1).
"Non può chiamarsi beneficio quel che viene dato per lucro. "Darò tanto e riceverò tant'altro": questo è un mercato!" (IV,XIII,3).
"Se non donassimo che per riscuotere, dovremmo morire senza fare testamento" (IV,XI, 6).
"Non mi resta altro che ciò che ho dato" (Diatribe, IV).
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