mercoledì 29 giugno 2011

I "Mill' culure" del dono. Napoli 17/05/2011



Dei "mill' culure" del dono si è occupato il convegno dedicato a "Dono e beni comuni" che si è svolto a Napoli (17/05/2011).


Nell'ultimo dei tre appuntamenti annuali sul dono, Ugo Olivieri e Alberto Lucarelli hanno focalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica sui beni comuni: acqua, terra, sole, città, conoscenza, ecc. per riscoprire questi beni come una ricchezza collettiva! A questa motivazione è legato il lavoro scientifico di Lucarelli - da poco anche assessore ai beni comuni del Comune di Napoli - volto a superare la dicotomia tra pubblico e privato, nella direzione di una nuova legislazione dei beni comuni assente in Italia.

In proposito, ci sono sembrate molto stimolanti alcune considerazioni storiche proposte da Jacqueline Morand: in alcuni secoli del Medioevo, con riferimento ad alcuni beni, non esisteva una piena proprietà esclusiva, ma solo il diritto di godere del bene che doveva restare a disposizione delle generazioni future. E' ciò che oggi si intende con patrimonio comune dell'umanità?

Daniela Falcioni

Esempi di dono alla siciliana...

Solo i siciliani riescono a sorprendere i milanesi

VACANZE: persino i milanesi in questo periodo dell' anno ne parlano spesso. C' è addirittura qualcuno che è già di ritorno. E, ovviamente, i colleghi si affollano intorno al mio tavolo, carichi di episodi su antiche o recenti vacanze in Sicilia, che «devi raccontare nella tua rubrica». Quello che deduco, da questa autentica marea di aneddoti che mi viene riversata sempre più frequentemente addosso, è che spesso una vacanza in Sicilia costituisce una vera e propria avventura esistenziale. a causa di un profondo riorientamento interiore, dello spalancarsi di un nuovo sguardo sul mondo. Se ne ritorna scossi, frastornati, talvolta ai limiti dell' estasi, si fatica a rientrare nei grigi panni del milanese d' ordinanza, tutto mugugni, cartellino e coda nei weekend. Per esempio, la mia amica Grazia, brianzola purosangue, racconta la sua vacanza dell' anno scorso a San Vito Lo Capo, dove ha preso in affitto un appartamentino di due camere insieme a tre amiche. Pare che la sera stessa del loro arrivo, verso l' ora di cena, le quattro ragazze intente a cucinarsi una pasta al sugo rosso (vertice della gastronomia vacanziera per un lombardo) abbiano sentito suonare alla porta e, apertala, si siano trovate davanti la padrona di casa (che abitava al piano di sotto) con in braccio un' immensa teglia coperta da un panno. Rimossa la protezione («Calde, vanno manciate», spiegò la signora), risultò essere stracolma di cozze alla marinara. Le aveva preparate per cena e aveva pensato di farne assaggiare un po' anche a loro. «Ma per quanti le aveva fatte?», commentò la mia amica Grazia, dopo che le cozze, più che «un assaggio», si erano rivelate sufficienti a costituire l' intera cena del gruppo. Ma era soltanto l' inizio. Dopo quell' episodio, forse perché stimolata dall' evidente entusiasmo delle ospiti, la padrona di casa iniziò a presentarsi praticamente ogni sera con un «assaggio» nuovo: una volta era una pirofila di pasta al forno, una volta un piatto di melanzane ripiene, un' altra una padellata di sarde impanate... All' assaggio seguiva in generale una descrizione dettagliata delle modalità di preparazione, sotto la tempesta di domande delle ragazze, che volevano imparare a cucinare quei piatti così apprezzati. Il culmine della vacanza fu una giornata in cui la mia amica Grazia e la padrona di casa passarono otto ore di fila chiuse in cucina, intente a insegnarsi a vicenda a preparare i più celebri piatti delle rispettive tradizioni regionali: il cuscus di pesce dalla parte siciliana e, come merce di scambio, il risotto alla milanese. Di tutt' altra ambientazione l' episodio che racconta il mio amico Mauro, che si ritrovò fermo in mezzo alla strada per un guasto al motore, lungo una provinciale non molto frequentata di una località dell' interno dell' Isola. Quando di fianco a lui accostò una macchina della Polizia, Mauro temette per un attimo di essere multato perché ingombrava la carreggiata. Le intenzioni del poliziotto però erano completamente diverse. Non soltanto lo aiutò a spingere l' auto sul bordo della strada, ma gli offrì un aperitivo in un locale del paese poco distante, dove gli indicò un' autofficina di fiducia cui rivolgersi, concludendo con la frase più classica: «Dica che la mando io». Ma il colmo, quello che Mauro, dopo anni, ancora racconta con sbalordimento, fu che il poliziotto il giorno dopo lo chiamò sul cellulare, per accertarsi che avesse portato la macchina dal meccanico, che fosse andato tutto bene e che non avesse più bisogno di niente.A Milano un comportamento di questo tipo si potrebbe registrare (e non è neanche detto) da parte di un fratello. Ci sono, è vero, anche episodi di segno diverso. Ma di questi, ormai, tanto vale parlarea settembre. Buone vacanze. natalia_milazzo@libero. it
- NATALIA MILAZZO

La capacità di donare che ci lega agli altri

Il dono non è un'eccezione ma la regola del vivere insieme. E a fare la società non sono solo gli interessi, ma la generosità disinteressata. Un continuo dare, e ricevere e ricambiare che non possono essere separati, ridotti a economia, se non a scapito della tenuta del legame sociale. Non è utopia se il 73% dei contribuenti italiani in questi giorni sta barrando la casella del cinque per mille a scopi benefici. E una percentuale sempre maggiore di cittadini globali spende il suo tempo e il suo denaro in attività di volontariato. Senza nessun ritorno economico, ma piuttosto etico. Si fa strada in strati sempre più larghi dell'opinione pubblica l''idea che la crescita continua e lo sviluppo insostenibile stanno minando le basi stesse del legame sociale e minacciano di farci tornare a una specie di stato di natura. Uno scenario apocalittico popolato di individui mossi solo dall'utile e l'un contro l'altro armati. E' quel che sostengono da anni gli esponenti del cosiddetto antiutilitarismo come Alain Caillé, Serge Latouche, Ugo Olivieri, Alberto Lucarelli, Daniela Falcioni. La corsa al profitto, che asseconda gli istinti animali della globalizzazione, sta destabilizzando società e natura. E quando la disuguaglianza tra gli uomini supera la soglia di guardia l'unico antidoto al conflitto diventa la generosità. La mano tesa contro la mano armata.

Articolo di Marino Niola, pubblicato da Il Venerdì di Repubblica del 27/05/2011

giovedì 23 giugno 2011

Il volontariato e la logica del dono per Stefano Zamagni

Nel dibattito pubblico esistono due concezioni del volontariato.  Una additiva che lo vede come un  settore che si aggiunge agli  altri esistenti; una  emergentista per cui  esso è  una forma  di agire che modifica l'intera società.  In  quest'ultima ottica, il  dono non è più atto privato verso amici  ai quali si è legati da una
relazione a corto raggio, ma atto pubblico ad ampio raggio... continua qui

lunedì 13 giugno 2011


Ecco il link ad un articolo sul dono ed il valore di legame, scritto da me e da Sergio Paternostro (un collega palermitano ma che svolge la sua attività di ricerca a Siena), ed appena pubblicato su Journal of Management Development. La soddisfazione, ovviamente, consiste nell'essere riusciti a pubblicare un articolo sul dono su una rivista di management... speriamo di continuare così!

http://www.emeraldinsight.com/fwd.htm?id=aob&ini=aob&doi=10.1108/02621711111135198

domenica 5 giugno 2011

Mercato e felicità

Alcuni di noi parteciperanno al convegno "Market and Happiness. Do economic interactions crowd out civic virtues and human capabilities?" che si terrà nei giorni 8 e 9 giugno presso l'Università Milano Bicocca.
Molti i relatori stranieri di grande fama: Martha Nussbaum, Bruno Frey, Irene Van Staveren, Robert Sugden. Tra gli italiani Lorenzo Sacconi, Pierluigi Porta, Patrizio Tirelli, Andrea Brandolini, Enrico Giovannini e Stefano Zamagni. Chiuderà i lavori il "nostro" Luigino Bruni.
Ne avevamo già parlato qui, quando era uscita la call for paper, ma ci pare importante ricordare un appuntamento come questo per la rilevanza scientifica del convegno e per la possibilità di incontrarci.

venerdì 3 giugno 2011

recensioni

Ecco una bella e articolata recensione  del recente volume curato da Daniela Falcioni "Che cosa significa donare?", Guida, Napoli, 2011. (Grazie a Mark Anspach per la segnalazione!)
Si tratta di uno dei diversi documenti e approfondimenti presenti sul sito http://www.benicomuni.unina.it/ "A piene mani. Dono dis-interesse beni comuni" promosso da Alberto Lucarelli e Ugo Olivieri dell'Università di Napoli. Tutto da leggere.