tag:blogger.com,1999:blog-22204059967826198412024-03-12T23:27:04.574+01:00Ricerca sul donoUno spazio per tutti gli studiosi del dono e della reciprocitàAnna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.comBlogger120125tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-88711099532827160572016-03-15T16:49:00.000+01:002016-03-15T16:49:52.104+01:00Vulnerability and Gift in Economics and Business<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-ks0UJs9v0G8/Vuguj6UDWSI/AAAAAAAADdA/XGIHD8kwuTwpZXN3iJ__uQpsMtzeh5jUA/s1600/loppiano2016_def.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://2.bp.blogspot.com/-ks0UJs9v0G8/Vuguj6UDWSI/AAAAAAAADdA/XGIHD8kwuTwpZXN3iJ__uQpsMtzeh5jUA/s200/loppiano2016_def.jpg" width="141" /></a></div>
Dal 22 al 23 aprile 2016 si svolgerà a Loppiano, a circa 30 km da Firenze, un importante convegno internazionale che riguarda il dono nelle scienze sociali. Le questioni che verranno discusse riguarderanno:<br />
-evidenze empiriche riguardanti la vulnerabilità nelle interazioni economiche, organizzative e sociali<br />
-le ragioni storiche e filosofiche che stanno alla base della espulsione della vulnerabilità e del dono dalle scienze sociali ed economiche<br />
-il dono e la fiducia nelle organizzazioni<br />
-la sussidiarietà e la vulnerabilità nella governance delle organizzazioni<br />
-le teorie e i modelli di vulnerabilità nelle interazioni<br />
-le spiegazioni teologiche sull'assenza del dono nelle teorie sociali e economiche.<br />
Il convegno vede tra i suoi organizzatori e membri del comitato scientifico molti dei nostri cari amici: Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Vittorio Pelligra e il purtroppo scomparso recentemente Pierluigi Porta al quale va il nostro pensiero. <a href="http://www.heirs.it/?p=553" target="_blank">Qui</a> il programma provvisorio.Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-6162051174872791792016-03-09T16:34:00.001+01:002016-03-09T16:34:19.641+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-IOMhLgqjtFY/VuBBL2T9qgI/AAAAAAAAAeI/fL9mAAObRzE/s1600/Libro%2BCaille%2BFistetti%2B3d.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-IOMhLgqjtFY/VuBBL2T9qgI/AAAAAAAAAeI/fL9mAAObRzE/s320/Libro%2BCaille%2BFistetti%2B3d.png" width="204" /></a></div>
<b><br /></b>
<div style="text-align: left;">
<b>Alain Caillé</b></div>
<div style="text-align: left;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: left;">
<b>Anti-utilitarismo e paradigma del dono</b></div>
<div style="text-align: left;">
<i>Le scienze sociali in questione</i></div>
<div style="text-align: left;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: left;">
<i>a cura di </i>Francesco Fistetti</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Diogene Edizioni, 2016</div>
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<i><br /></i></div>
<div style="text-align: left;">
<i><br /></i></div>
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<i>Il testo qui proposto per la prima volta nella sua traduzione italiana è la versione leggermente rimaneggiata di una conferenza tenuta da Alain Caillé all’Università di Paris-Ouest-Nanterre-La Défense il 23 ottobre 2013, è che riassume in poche pagine e con una chiarezza davvero esemplare il multiforme lavoro di ricerca che dal 1981, data della sua fondazione, sino ad oggi è stato portato avanti dalla Revue du MAUSS, acronimo di “Rivista del Movimento anti-utilitarista nella scienza sociale” e al contempo omaggio al grande antropologo Marcel Mauss. L’esito è stato quella che in primis all’autore è sembrata “una buona introduzione, che finora mancava, all’anti-utilitarismo e al «paradigma del dono»”. </i></div>
<i><br /></i>
<br />
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<div style="text-align: center;">
<b><a href="http://www.diogeneedizioni.it/home-catalogo/collane-per-la-ricerca-universitaria/anti-utilitarismo-e-paradigma-del-dono-sconto-promozionale/" target="_blank">sconto riservato a tutti gli studiosi del gruppo di ricerca sul dono</a></b></div>
salvatore principehttp://www.blogger.com/profile/04966679585090342047noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-8522472916264493072015-11-12T19:07:00.000+01:002015-11-12T19:07:44.500+01:00René Girard <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-klbQ5l72Iok/VkTVZC55-eI/AAAAAAAADZ0/mUvorN2TsPM/s1600/girard_rene-m.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-klbQ5l72Iok/VkTVZC55-eI/AAAAAAAADZ0/mUvorN2TsPM/s200/girard_rene-m.jpg" width="177" /></a></div>
Pochi giorni fa si è spento René Girard, una figura di grandissimo rilievo per il pensiero contemporaneo e in particolare per noi studiosi del dono. Ecco una piccolo elenco di articoli e riflessioni apparsi in Rete nei giorni successivi alla sua morte, che ripercorrono il suo pensiero:<br />
<a href="http://www.nytimes.com/2015/11/11/arts/international/rene-girard-french-theorist-of-the-social-sciences-dies-at-91.html?_r=0" target="_blank">Quentin Hardy sul New York Times</a><br />
<a href="http://www.lemonde.fr/livres/article/2015/11/05/l-anthropologue-et-academicien-francais-rene-girard-est-mort_4803285_3260.html" target="_blank">Jean Birbaum su Le Monde</a><br />
<a href="http://www.lastampa.it/2015/11/06/cultura/clt-girard-vattimo-1DfgXAFglYOBX45DebZCvM/premium.html" target="_blank">Gianni Vattimo su La Stampa</a><br />
<a href="http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Quel-desir-mimetique-di-Rene-Girard-c-e-un-modello-tra-soggetto-e-oggetto-cad7c1be-e157-43b3-9517-4d64f669b6d1.html" target="_blank">Un approfondimento della Rai</a><br />
e un <a href="http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/inedito-girard-lo-scandalo-della-violenza.aspx" target="_blank">inedito pubblicato da Avvenire: "Lo scandalo della violenza". </a>Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-34309587960420790722015-05-18T12:10:00.001+02:002015-05-18T12:15:50.863+02:00Homo donans. Per un'economia del materno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-W8dcoNhRhYg/VVm6a04gp1I/AAAAAAAADTg/H4fgekW7cLQ/s1600/Cover_vaughan_ita.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-W8dcoNhRhYg/VVm6a04gp1I/AAAAAAAADTg/H4fgekW7cLQ/s200/Cover_vaughan_ita.jpg" width="133" /></a></div>
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Ecco l'introduzione all'ebook dell’ebook <a href="http://www.vandaepublishing.com/prodotto/homo-donans/" target="_blank">"Homo Donans. Per un’economia del materno" di Genevieve Vaughan (VandA.epublishing, euro 3.99): </a></div>
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<br /></div>
<br />
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Argomento di questo libro – all’intersezione tra femminismo e linguistica, economia, semiotica e sociologia – è un aspetto fondamentale del nostro essere umani a cui finora abbiamo prestato poca attenzione, o che non abbiamo mai chiamato col suo vero nome. Non che ciò che va sotto il nome di «scambio di doni» non sia mai stato studiato, ma non gli è mai stata attribuita la sua fondamentale collocazione interdisciplinare. In molti hanno altresì postulato che l’atto unilaterale del donare non esista. Io invece lo considero allo stesso tempo fondamentale e ordinario.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Il dono è stato invalidato per una serie di ragioni, che prenderemo in esame. È strano che una realtà di tale importanza sia rimasta invisibile, ma forse ciò fornisce anche la misura di quanto il rivelarla sia di cruciale importanza, non soltanto ai fini dell’indagine accademica quanto per una questione politica. Perché siamo mossi al nuocere e all’egocentrismo, e perché la nostra capacità di compassione si assottiglia sempre più? La risposta la si può forse trovare nell’eterno conflitto tra il parassita e l’ospite, tra il paradigma dello scambio e quello del dono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un altro modo di formulare la medesima ipotesi è che l’atto del donare sia stato privato del suo «metalivello». Che sarebbe poi il motivo per cui non attribuiamo un nome specifico a questo fondamentale aspetto dell’esistenza. Il dono unilaterale non è equivalente all’amore o al donare incondizionato. Le condizioni ci sono: per esempio l’individuazione di un bisogno. L’altra persona, inoltre, non dovrebbe essere ostile; l’ostilità in effetti potrebbe stare a indicare che si è in presenza di un bisogno più grande (di indipendenza, forse?) di cui il donatore potenziale non si rende conto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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L’individuazione di bisogni e di iniziativa finalizzata al loro soddisfacimento crea significato, sia nel linguaggio che nella vita. Ho incominciato a occuparmi dell’idea della comunicazione come dono negli anni Settanta, senza aver letto nessuno degli autori della MAUSS Revue fino alla fine degli anni Novanta. Credo di aver letto per la prima volta il testo di Lewis Hyde, Il dono. Immaginazione e vita erotica della proprietà, nel 1981. Dico tutto ciò per sottolineare il fatto che le mie idee al riguardo si sono formate indipendentemente e da presupposti per lo più al di fuori dagli ambiti accademici, e ho anche tentato di metterle in pratica in una fondazione femminista per più di vent’anni.</div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-47225353373316598402015-04-12T17:50:00.001+02:002015-04-12T17:57:22.383+02:00Le radici materne dell'economia del dono<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-4DtslEK2Ho4/VSqQ8jDtglI/AAAAAAAADSc/gYrQME053k8/s1600/RadiciMaterneEconomiaDelDono01.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-4DtslEK2Ho4/VSqQ8jDtglI/AAAAAAAADSc/gYrQME053k8/s1600/RadiciMaterneEconomiaDelDono01.jpeg" height="320" width="206" /></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; font-stretch: inherit; line-height: 30.6000003814697px; margin-bottom: 0.889em; padding: 0px; vertical-align: baseline; word-wrap: break-word;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #353535; font-weight: normal;">Ecco avvicinarsi un importante convegno al quale sono stati chiamati a discutere molti di noi studiosi del dono: "</span><a href="http://www.casainternazionaledelledonne.org/index.php/eventi/le-radici-materne-dell-economia-del-dono-524" style="color: #353535; font-weight: normal;" target="_blank">Le Radici materne dell'economia del dono</a><span style="color: #353535; font-weight: normal;">" si terrà a </span><span style="color: #cc0000;">Roma dal <span style="line-height: 30.6000003814697px;">25 al 27 aprile 2015 presso la </span></span><span style="line-height: 30.6000003814697px;"><span style="color: #cc0000;">Casa Internazionale delle Donne,</span><span style="color: #353535; font-weight: normal;"> via della Lungara 19, 00165 Roma. </span></span></span><span style="color: #353535; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-weight: normal;"><span style="line-height: 30.6000003814697px;">Perché una economia al femminile che riguarda il dono? Questa la grande domanda di ricerca alla quale si cercherà di offrire testimonianze e riflessioni. Perché "d</span><span style="line-height: 30.6000003814697px;">alla nascita ai primi anni di vita i bambini e le bambine crescono in un’economia del dono necessaria alla loro sopravvivenza. La pratica materna, basata su complesse interazioni di doni e al cui interno hanno un ruolo attivo sia la madre che il piccolo, permette la continuità della vita. Tali relazioni primarie costituiscono le fondamenta di un’economia ricca di significati e capace di creare comunità. E’ questa un’economia alternativa al mercato e al patriarcato che nelle società indigene egualitarie sopravvive ancora ma che, a livello globale, viene continuamente sfruttata e screditata dal sistema dominante. Molte sono le persone e i movimenti che cercano di attuare un’economia alternativa, ma le radici materne dell’economia del dono spesso non sono riconosciute. Attiviste e attivisti, studiose e studiosi italiani ed internazionali discuteranno di questo e altri aspetti del dono". </span></span><span style="color: #353535; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-weight: normal;">La partecipazione al convegno e’ gratuita ma poichè lo spazio è limitato e’ richiesta l’iscrizion</span><span style="color: #353535; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-weight: normal;">e </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #353535; font-weight: normal;">a</span><span style="color: #353535; font-size: x-small;"> </span><a href="mailto:matridono@gmail.com" style="border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #006bb5; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_blank"><span style="color: #cc0000;">matridono@gmail.com</span></a></span></div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0Via della Lungara, 19, 00165 Roma, Italia41.8944841 12.46604840.3778846 9.884261 43.4110836 15.047835000000001tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-20707854334222445082015-03-24T15:57:00.001+01:002015-03-24T15:58:30.745+01:00Il peer to peer come strumento di economia civile<a href="http://1.bp.blogspot.com/-iC6k5OxbqgY/VRF625kaebI/AAAAAAAADRk/_CRbXL6lf7A/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-iC6k5OxbqgY/VRF625kaebI/AAAAAAAADRk/_CRbXL6lf7A/s1600/images.jpg" height="200" width="200" /></a>Nel web si diffondono sempre più strumenti che si fanno ricondurre<br />
alla cosiddetta "sharing economy", termine che ormai comprende un po' di tutto, da Airbnb a Uber, Wikipedia ecc. Si tratta in realtà di fenomeni spesso molto diversi tra loro perché alcuni constano di una reale costruzione "dal basso", mentre altri non sono che strumenti che il mercato stesso utilizza per camuffare o aggiornare i suoi meccanismi. Non si può dare nulla per scontato, ma di certo risulta interessante approfondire queste tematiche.<br />
E lo fa bene Michel Bauwens, q<a href="http://www.liberation.fr/economie/2015/03/20/le-peer-to-peer-induit-que-la-production-emane-de-la-societe-civile_1225002" target="_blank">ui, in un articolo apparso su Libération</a>, uno dei fondatori della Peer to Peer Foundation e da sempre grande fautore delle possibili potenzialità del P2P non solo in economia, ma anche come sistema politico e sociale "rivoluzionario".Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-20772371029371394672014-12-17T12:51:00.001+01:002014-12-17T12:51:33.227+01:00Il Dono nella recente Dottrina sociale della Chiesa<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-gKikX9m7zyY/VJFuBEi5zDI/AAAAAAAADOg/zv_n3zm_Ioo/s1600/enciclica-caritas-in-veritate-benedetto-xvi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-gKikX9m7zyY/VJFuBEi5zDI/AAAAAAAADOg/zv_n3zm_Ioo/s1600/enciclica-caritas-in-veritate-benedetto-xvi.jpg" height="200" width="183" /></a></div>
E' apparso recentemente sulla rivista "Lessico di Etica Pubblica" un <a href="http://www.eticapubblica.it/wp-content/uploads/2014/10/12014-%E2%80%93-Damonte.pdf" target="_blank">interessante articolo scritto dal "nostro" Marco Damonte. </a><br />
L'abstract sottolinea come i recenti documenti della dottrina sociale della Chiesa sono ricorsi alla terminologia del dono. Si tratta di valutare il ruolo che questa nozione riveste nella <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20090629_caritas-in-veritate_it.html" target="_blank">Caritas in veritate</a> e di discuterne la fruibilità nel dibattito etico ed economico. La nozione di dono ha un fondamento antropologico che va riconosciuto attraverso le esperienze degli esseri umani, quali la capacità di amare e la ricerca della verità. Il rapporto tra dono e giustizia e la tensione tra logica del dono e della ragione costituiscono delle criticità affrontabili ricorrendo a un modello personalista alla luce del quale il dono si configura non solo come un mezzo per ottenere fini comuni, ma come fine stesso. Il dono pertanto può essere apprezzato quale criterio intersoggettivo per valutare i comportamenti sociali.</div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-68054565476842709032014-12-06T11:03:00.000+01:002014-12-09T10:06:42.030+01:00il dono di abitare vicini (e di contattarsi via web)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-RR04sqRGSSs/VILT3MvPToI/AAAAAAAADOE/ZKQ4cH-bDiY/s1600/GreenBuildingmagazine-1-Via-fondazza-Foto-Francesca-Bastiani.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-RR04sqRGSSs/VILT3MvPToI/AAAAAAAADOE/ZKQ4cH-bDiY/s1600/GreenBuildingmagazine-1-Via-fondazza-Foto-Francesca-Bastiani.jpg" height="103" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Un bel giorno d'estate <a href="http://www.federicobastiani.org/" target="_blank">Federico Bastiani</a> ha aperto un gruppo su Facebook: "Residenti in via Fondazza". "C<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 25.2000007629395px;">amminavo in via Fondazza a Bologna - ha raccontato - con mia moglie e mio figlio di 20 mesi. Abitavo lì da tre anni e non conoscevo nessuno, anche perché uscendo di casa alle sei di mattina e tornando alle sette di sera, è anche difficile socializzare. Come fare a conoscere i vicini se non hai tempo? E poi volevo sapere se c’erano altri bambini nella strada con cui far giocare mio figlio".</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 25.2000007629395px;">E così ha inventato il <a href="http://www.socialstreet.it/" target="_blank">Social Street</a>: grazie allo strumento gratuito dei gruppi chiusi di Facebook, si cerca di i</span><span style="color: #333333;"><span style="line-height: 25.2000026702881px;">nstaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità, conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune e trarre quindi tutti i benefici derivanti da una maggiore interazione sociale. E il fenomeno si è diffuso a tutta Italia e non solo, tanto che se ne sono occupati giornali nazionali e internazionali e studiosi di tutto il mondo stanno cercando di comprendere come sia stato possibile, così, semplicemente passare "dal virtuale al reale e al virtuoso", come dicono loro. Il motore di tutto è il dono. E <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/04/economia-dono-nelle-social-street/1249800/" target="_blank">qui</a> lo stesso Federico Bastiani spiega il perché.</span></span></span></div>
</div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-76772684404658962692014-10-30T13:19:00.000+01:002014-10-30T13:23:02.133+01:00Convivialità. L'alternativa all'utilitarismo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
da Il Corriere della Sera</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-itfelFt37LU/VFIsROGiMuI/AAAAAAAADMs/XMRF5dAjsmQ/s1600/logo_corriere_della_sera_quadrato.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-itfelFt37LU/VFIsROGiMuI/AAAAAAAADMs/XMRF5dAjsmQ/s1600/logo_corriere_della_sera_quadrato.jpg" height="133" width="200" /></a><br />
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
C<span style="background-color: transparent;">he cosa hanno in comune quelle migliaia o forse decine di migliaia di associazioni, movimenti, organizzazioni che si battono oggi in ogni continente per la cura e la salvaguardia del mondo e dell’umanità? Che cosa unisce i promotori delle economie sociali e solidali, i difensori dei diritti dell’uomo, della donna e dei lavoratori, gli inventori dei sistemi di scambio locale (dalle banche del tempo alle varie forme di volontariato), la rivendicazione del</span><em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> buen vivir</em><span style="font-size: 13px;">, la ricerca di indicatori di ricchezza alternativi al Pil, Slow Food e gli Indignados, i promotori della sobrietà volontaria e i difensori dei beni comuni? Viviamo un’epoca caratterizzata da minacce incombenti: il riscaldamento globale, la crescita delle diseguaglianze e della disoccupazione, il proliferare delle mafie e della corruzione. L’insicurezza pervade una contemporaneità che spesso reagisce trasformando la sicurezza in un’ossessione. Il crollo dei sistemi politici del passato non è supportato da forme di immaginazione che ci aiutino a trovare nuove vie del vivere insieme in società di grandi dimensioni.</span></div>
<a name='more'></a></blockquote>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: justify;">
Viviamo però, ugualmente, un’epoca di speranze e di promesse: la democrazia si diffonde ovunque e anima movimenti contro i dittatori e contro la finanziarizzazione del mondo; le tecnologie informatiche promettono una maggior condivisione e partecipazione ai saperi e un accesso partecipato al potere; la ricerca mette a punto nuovi ed efficaci strumenti per la «transizione ecologica » verso forme di economia sostenibile.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
È a partire da queste premesse e su proposta del sociologo francese Alain Caillé che un nutrito gruppo di intellettuali appartenenti a università e centri di ricerca americani, asiatici, mediorientali ed europei ha redatto e sottoscritto il <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Manifesto convivialista. Dichiarazione di interdipendenza</em>, uscito di recente in Italia per le edizioni Ets. Tra i firmatari ci sono Edgar Morin e Serge Latouche, tra gli italiani Francesco Fistetti (autore di una lunga postfazione al <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Manifesto</em>) ed Elena Pulcini.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
«Convivialismo» è un neologismo coniato <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">ad hoc</em>, un termine che si vuole simbolo e bandiera di un filo capace di unire le pezze di un <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">patchwork</em> variegato e tuttavia forte e <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">resistente</em>. I <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">convivialisti</em> promuovono «l’arte di vivere insieme (con-vivere) che valorizza la relazione e la cooperazione e che permette di contrapporsi senza massacrarsi, prendendosi cura degli altri e della natura ». Se il <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Manifesto convivialista</em> fosse stato redatto in italiano, forse i suoi promotori avrebbero scelto come nomi-simbolo il «con-vivere», il «con-dividere», la «con-vivenza» o un neologismo come «con-dividersi»: uno insomma di quei numerosi termini del «con-» che enfatizzano nella nostra lingua il «noi» piuttosto che l’«io», la relazione piuttosto che l’individualità. L’interdipendenza, richiamata nel sottotitolo del <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Manifesto</em>, esprime una concezione relazionale della persona. Una concezione diffusa nell’<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">humus</em> culturale in cui il testo ha preso forma, quella del «Movimento anti-utilitarista delle scienze sociali», il cui acronimo (Mauss), riproduce il cognome di quel Marcel Mauss che novant’anni fa diede alle stampe il <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Saggio sul dono</em> (Einaudi), svelando o ricordando all’Occidente l’esistenza di una logica economica alternativa o complementare a quella del mercato. Proprio all’inizio degli anni Ottanta, Caillé (<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Il terzo paradigma</em>, Bollati Boringhieri, 1998) fu tra i fondatori del Mauss, che non ha mai cessato di perseguire una terza via da affiancare allo Stato e al mercato.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
I convivialisti non sono <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">contro</em> il mercato e la loro ricerca di una miglior cura dell’umanità e del mondo non prescinde dal conflitto. «Il mercato e la ricerca di una redditività monetaria sono pienamente legittimi dal momento in cui rispettano i postulati di <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">comune umanità</em> e di comune socialità, e dal momento in cui sono coerenti con le considerazioni ecologiche». Quattro sono i principi che, nella filosofia dei convivialisti, dovrebbero animare la buona politica. Il principio di comune umanità afferma che esiste una sola umanità che deve essere rispettata nella persona dei suoi membri, al di là delle differenze di colore della pelle, nazionalità, genere, ricchezza ecc. Il principio della <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">comune socialità</em> afferma che la più grande ricchezza dell’umanità sono i rapporti sociali. Il principio di <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">individuazione</em> è quello che permette a ciascuno di sviluppare la «propria singolare individualità in divenire». Infine, il principio di <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">opposizione controllata</em> è quello che permette agli esseri umani di differenziarsi, accettando e controllando il conflitto.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
In questo quadro il problema non è costituito dal mercato in sé: la madre di tutte le minacce che oggi affliggono l’umanità è piuttosto il neoliberismo, ovvero la mostruosa e indebita estensione dell’economia, della competizione e della ricerca del profitto individuale a (praticamente) tutte le sfere dell’agire umano. A partire dagli anni Settanta, la scienza economica e la sua creatura fittizia (l’<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">homo oeconomicus</em>) ha «cominciato ad estendere la validità potenziale delle sue spiegazioni all’integralità delle attività umane». Le complesse motivazioni che spiegano l’agire umano sono state ipersemplificate e ridotte al solo perseguimento dell’interesse individuale. Se «niente è fatto per senso del dovere, per solidarietà o per il gusto di un lavoro ben fatto e il desiderio di creare, allora non restano da attivare che le “motivazioni estrinseche”, ovvero il gusto del guadagno e della promozione gerarchica». Se arricchirsi è il primo scopo legittimo, se l’<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">homo oeconomicus</em>coincide con la natura umana, come stupirsi davanti al trionfo della finanza, ai paradisi fiscali, al dilagare della corruzione politica? Il fantasma della scienza economica diffusa a ogni livello della realtà ha colonizzato il mondo.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
La madre di tutte le minacce è ugualmente rappresentata dall’idea che l’umanità possa perseguire una crescita economica infinita. Anche se Serge Latouche è tra i firmatari del <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Manifesto</em>, i convivialisti in realtà non sono sostenitori della decrescita. Si tratta piuttosto di immaginare delle democrazie <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">post-crescita</em>: per promuovere l’uguaglianza di opportunità, il ben-vivere e la libertà di un crescente numero di persone nel mondo non ci si può più affidare al sogno di una crescita infinita che rischia di trasformarsi nel peggior incubo dell’umanità. Altre sono le ricette che i convivialisti cucinano per un rinnovamento della politica e dell’umanità: prima fra tutte una migliore distribuzione delle risorse attraverso l’adozione di un salario minimo e di un profitto massimo. In secondo luogo l’uso di nuove tecnologie al servizio della «transizione ecologica»; e ancora la considerazione delle reti telematiche come<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> beni comuni</em> accessibili a tutti. Il web, come l’acqua e l’aria che respiriamo, dovrebbe essere destinato a divenire in breve tempo uno dei <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">commons</em> sottratti alle dinamiche del mercato.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
È insomma un ben-vivere a <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">crescita zero</em> quello che i convivialisti auspicano, insistendo sulla necessità di instaurare con la Natura un rapporto improntato alla logica maussiana del dono e della reciprocità. La relazione di dono e contro-dono dovrebbe esercitarsi soprattutto nei confronti degli animali, i quali «non devono più essere considerati come materiale industriale».</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Espressione della corrente progressista, ma moderata, del Mauss, i firmatari del Manifesto non sono sognatori idealisti. Il conflitto, scrivono, è parte integrante delle relazioni sociali. Esso «esiste necessariamente e naturalmente in ogni società». Il problema però, ancora una volta, è che la svolta neoliberista degli anni Settanta ha trasformato il conflitto in una <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">hybris</em> incontrollata. L’aspirazione di ogni essere umano a vedersi riconosciuto nella sua singolarità si è tradotta nell’idea che comunque e dovunque l’uomo persegua il proprio interesse individuale (l’<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">homo oeconomicus</em>) o comunque un potere inteso come relazione gerarchica diffusa (l’<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">homo strategicus</em> che popola le narrazioni foucaultiane e agambeniane della contemporaneità).</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Che fare dunque per valorizzare le ricchezze umane come la gratuità, la creatività, le relazioni con gli altri? Occorre <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">indignarsi</em> per la dismisura con cui alcuni perseguono il profitto attraverso la corruzione; rafforzare la consapevolezza di non essere soli, ma che ormai una comunità mondiale si batte per un mondo umanizzato («siamo il 99%», gridavano i giovani di Occupy Wall Street); occorre valorizzare la mobilitazione degli affetti e delle passioni, contro i cupi teorici delle «scelte razionali ». Su queste basi, concludono gli estensori del<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Manifesto</em>, «sarà possibile per quelli che si riconoscono nei principi del convivialismo influenzare radicalmente i giochi politici istituiti e sviluppare tutta la loro creatività per inventare altre maniere di vivere, di produrre, di giocare, di amare, di pensare e di sognare». Serviva un nuovo <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Manifesto</em> per indebolire il virus pan-economico che vaga per il mondo e cucire insieme le motivazioni di coloro che vi si oppongono, contribuendo a rafforzare la coscienza di appartenere a una comunità globale di antiutilitaristi? Forse sì, anche perché, come scriveva profeticamente Marcel Mauss nel<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> Saggio sul dono</em>, «sono state le nostre società occidentali a fare, assai di recente, dell’uomo un “animale economico”. Ma ancora non siamo diventati tutti esseri di questo genere. (…) L’uomo è stato per lunghissimo tempo diverso, e solo da poco è diventato una macchina, anzi una macchina calcolatrice».</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #787a7a; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 13px; line-height: 19.5px; margin-bottom: 1em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<strong style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: 13px; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Adriano Favole</strong></div>
</div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-26332622289431341512014-06-18T17:01:00.000+02:002014-06-18T17:02:02.398+02:00Il dono tra le tracce della prova di italiano della maturità!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-DbJdqNDDnZI/U6GpCh1MSQI/AAAAAAAAAG8/I4zPqbceeCQ/s1600/1403076594_medium_130619-104018_To190613Cro_0072-600x335.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-DbJdqNDDnZI/U6GpCh1MSQI/AAAAAAAAAG8/I4zPqbceeCQ/s1600/1403076594_medium_130619-104018_To190613Cro_0072-600x335.jpg" height="178" width="320" /></a></div>
È con grande gioia ed emozione che condividiamo la notizia della scelta del dono quale traccia della prova di italiano della maturità in corso di svolgimento.<br />
Il tema del dono poteva infatti essere scelto dai candidati quale argomento per la redazione di un "saggio breve" o di un "articolo di giornale". Da questo <a href="http://www.istruzione.it/esame_di_stato/Secondo_Ciclo/tracce_prove_scritte/2014/allegati/P000.pdf" target="_blank">link</a> è possibile scaricare le tracce complete.<br />
La scelta del tema del dono per un evento così importante e significativo per centinaia di migliaia di studenti italiani non può che fare piacere al nostro gruppo di ricerca, che da anni è impegnato a diffondere e sviluppare gli studi sul dono, e la cultura del dono nel nostro paese.<br />
La soddisfazione è certamente amplificata dal fatto che, tra i brani proposti quali spunti di riflessione, vi sono degli estratti da "Il dono al tempo di Interet", della nostra più preziosa autrice, Anna Cossetta (e Marco Aime), nonchè da un saggio del "nostro" Mark Anspach, ma anche da un contributo di Enzo Bianchi, di cui avevamo dato conto <a href="http://ricercasuldono.blogspot.it/2012/09/dono-senza-reciprocita-enzo-bianchi-al.html" target="_blank">qui</a>.<br />
L'occasione è allora propizia per, ancora una volta, rilanciare il tema del dono, sottolinearne la sua importanza, non solo per gli studi accademici, ma per la società tutta, e per ringraziare quanti, a cominciare da Anna Cossetta, hanno contribuito, e vorranno continuare a contribuire, a promuovere la ricerca sul dono, anche a partire da questo blog.<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/01028564464761554435noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-478311297870571212014-06-16T16:06:00.003+02:002014-06-16T16:07:46.167+02:00Guanxi: tra dono e reciprocità in Cina<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-YbX3raBmVaA/U575h-InQmI/AAAAAAAACwo/7P_jP5lAyE8/s1600/confucio-283x400.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-YbX3raBmVaA/U575h-InQmI/AAAAAAAACwo/7P_jP5lAyE8/s1600/confucio-283x400.jpg" height="200" width="140" /></a></div>
Vi segnalo un <a href="http://www.ferraraitalia.it/guanxi-altri-modi-per-dire-reciprocita-13506.html" target="_blank">articolo</a> scritto da una sociologa, Maura Franchi, che propone un interessante sguardo sul tema della reciprocità nella cultura cinese. Il guanxi, un concetto simile a quello di reciprocità, è una forma tutta orientale di capitale sociale, come spiega anche Francesco Daveri in <a href="http://www.guanxinet.it/documenti/articolo_guanxi_integrazione.pdf" target="_blank">questo</a> documento.<br />
L'interesse occidentale per il guanxi, inutile dirlo, sembra essere tutto capitalistico: un modo per conoscere il modo cinese di "sfruttare le conoscenze e le relazioni per ottenere più profitto", come si legge nemmeno tanto tra le righe in <a href="http://www.osservatorioasiaorientale.org/business-politico-politica-del-business-interazioni-e-contraddizioni-delletica-del-guanxi-attraverso-la-lente-del-caso-jpmorgan/" target="_blank">questo</a> commento dell'Osservatorio Asia orientale.<br />
In realtà nella cultura cinese c'è molto di più: "Nello specifico, i cinesi vivono lo scambio di doni come un mezzo per costruire e rafforzare relazioni sociali con altre persone.<br />
Per di più, le relazioni familiari stesse sono concepite in modo da dare origine a obblighi reciprochi. Per esempio, il confucianesimo enfatizza i ruoli sociali degli individui nei termini di obblighi reciproci e gerarchie familiari (Cohen 1976; Salaf 1981). Le relazioni familiari<br />
sono fondamentali anche per la creazione delle reti sociali e lo scambio di doni e favori". (Dal saggio di Kathleen Erwin ne<a href="file:///Users/Mac/Downloads/Il_dono_del_sangue.Per_un'antropologia_dell'altruismo.pdf" target="_blank">"Il dono del sangue. Per un'antropologia dell'altruismo"</a>).</div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-47868068281866222212014-05-29T16:20:00.001+02:002014-05-29T16:20:51.246+02:00Vicini al giorno del dono!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-UuB-FGRaSCI/U4c-lSr6LTI/AAAAAAAACv0/QqYVzNv3FHc/s1600/imgres.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-UuB-FGRaSCI/U4c-lSr6LTI/AAAAAAAACv0/QqYVzNv3FHc/s1600/imgres.jpg" height="132" width="200" /></a></div>
<div class="p1">
Il Senato ieri ha approvato l'istituzione del "giorno del dono". Un progetto ambizioso che trova ora la sua realizzazione grazie all'attività dell'<a href="http://www.istitutoitalianodonazione.it/it/chi-siamo/giorno-del-dono" target="_blank">Istituto Italiano del Dono</a> che, come ricorderete, aveva promosso questa iniziativa durante il nostro convegno svoltosi a Palermo. </div>
<div class="p1">
A partire dal 2014 sarà così possibile celebrare questa ricorrenza ogni anno il 4 ottobre, nella data dedicata alla festa di <b>San Francesco d’Assisi</b>. L'ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi – primo firmatario del disegno di legge – aveva lanciato la proposta proprio in occasione dell’ottava conferenza nazionale della donazione organizzata a Lucca in collaborazione col Centro nazionale per il volontariato e con la media partnership di <a href="http://sociale.corriere.it/2014/05/28/giorno-del-dono-via-libera-del-senato-primo-firmatario-e-lex-presidente-ciampi/" target="_blank">Corriere della Sera</a>.</div>
<div class="p1">
Secondo lo spirito e la lettera del disegno di legge, il Giorno del dono dovrà riflettere la sua molteplicità di significati ed attività di donare o donarsi, nel modo quanto più possibile compiuto.</div>
<div class="p1">
<a href="http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/testi/43154_testi.htm" target="_blank">Qui potete trovare il testo completo del Disegno di Legge approvato</a></div>
</div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-42042089055323532602014-04-14T09:50:00.003+02:002014-04-14T09:52:39.333+02:00È uscito il nostro secondo libro!<a href="http://1.bp.blogspot.com/-8v43Y7anrjY/U0uTBPihgkI/AAAAAAAAAFo/EzNYnFO9SWk/s1600/copDonoValore-es2_3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-8v43Y7anrjY/U0uTBPihgkI/AAAAAAAAAFo/EzNYnFO9SWk/s1600/copDonoValore-es2_3.jpg" height="200" width="134" /></a>È con grande piacere che vi comunichiamo l'uscita del secondo libro frutto del
percorso di ricerca che l'intero gruppo svolge ormai da alcuni anni. Il
volume, dal titolo "<a href="http://www.digirolamoeditore.com/it/products/saperi-e-polis/dono-valore-di-legame-e-valori-umani/" target="_blank">Il dono. Valore di legame e valori umani. Un dialogo interdisciplinare</a>", anche questa volta edito da <a href="http://www.digirolamoeditore.com/it/" target="_blank">Di Girolamo Editore</a>, è curato da Guglielmo Faldetta e Sergio Labate, e si inserisce nella collana <a href="http://www.digirolamoeditore.com/it/shop.asp?cat=24" target="_blank">Saperi e Polis</a>, diretta dagli stessi.<br />
Attraverso i contributi presenti nel volume, che spaziano dalla filosofia, alla sociologia, all'economia, al diritto, gli autori tentano di ragionare sul valore del dono, un valore che, andando al di là delle classiche nozioni di valore di scambio e di valore d'uso, può configurarsi come valore di legame.<br />
Obiettivo del volume è dunque quello di comprendere a fondo il significato di tale
valore, nonché di interrogarsi sulla possibilità e opportunità di una
sua misurabilità e calcolabilità, cogliendolo nella concreta realtà
delle relazioni umane.<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/01028564464761554435noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-57796607992024299202014-04-01T18:35:00.000+02:002014-04-01T18:36:11.556+02:00Festival del Volontariato<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-aRanToM4-kM/UzrqffzjJyI/AAAAAAAACuM/quuPsufdbwA/s1600/testata_fdv_940x2102.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-aRanToM4-kM/UzrqffzjJyI/AAAAAAAACuM/quuPsufdbwA/s1600/testata_fdv_940x2102.jpg" height="70" width="320" /></span></a></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Dal 10 al 13 aprile si terrà a Lucca il <a href="http://www.festivalvolontariato.it/" target="_blank">Festival del Volontariato</a>: quattro intere giornate dedicate al tema "Energie da liberare" che si dipanerà tra incontri, seminari e molte attività collaterali. Al centro il lavoro perché volontariato e lavoro, spesso contrapposti, hanno ormai molti punti in comune, non solo perché il lavoro spesso è diventato gratuito, ma anche e soprattutto perché dal volontariato possono arrivare idee, valori ed esperienze che possono essere determinanti per creare buona occupazione</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white; line-height: 18px;">Il Festival del Volontariato 2014 #FdV2014 vedrà anche il primo appuntamento de “I Cantieri del bene comune” il Network di eventi del terzo settore che si ritroverà anche il </span><span style="background-color: white; line-height: 18px;">19 e 20 settembre a Napoli per la Fiera dei Beni Comuni, il primo ottobre sarà la volta invece del Giorno del Dono evento organizzato dall’<a href="http://www.istitutoitalianodonazione.it/it/" target="_blank">Istituto Italiano della Donazione</a> per promuovere a livello nazionale la cultura del dono in tutte le sue forme. A Genova dal 10 al 12 ottobre si terrà invece la Biennale della Prossimità, organizzata dall’omonima rete di organizzazioni che metterà in mostra l’Italia che racconta il suo farsi risorsa di prossimità. Infine a novembre arriverà il XV Happening della Solidarietà, “Spazi comuni di idee innovative: impresa e lavoro” dal 20 al 22 ad Agrigento: una tre giorni per promuovere lo sviluppo economico e la creazione di lavoro integrando: talenti, tecnologie, know-how e capitale all’interno di una rete che favorisce la crescita di nuova impresa.</span></span></div>
</div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-12437091962939369652014-03-27T11:51:00.000+01:002014-03-27T11:52:51.338+01:00Arte e dono fra Italia e Svizzera<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-OCXDof7Zcdw/UzQCYGVhXII/AAAAAAAACt8/62YSvxRv-dE/s1600/276x140.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-OCXDof7Zcdw/UzQCYGVhXII/AAAAAAAACt8/62YSvxRv-dE/s1600/276x140.jpg" height="101" width="200" /></a>Dal 22 marzo al 18 maggio le sale del <a href="http://www.museotornielli.it/" target="_blank">Museo Tornielli di Ameno</a>, sul lago d'Orta, ospitano un allestimento basato sulla relazione dono e arte. Il tema della mostra si ispira quindi alle teorie di Marcel Mauss che definisce il dono come "fatto sociale totale": lo scambio di beni è uno dei modi più comuni e universali per creare relazioni umane, implicando una forte componente di libertà che, nel gesto artistico, vede uno dei momenti più creativi e relazionali.<br />
Tra gli artisti in mostra Marianne Werefkin, Antonio Calderara, Francesca Ferreri, Alessandro Fabbris, Alia Scalvini, Gosia Turzeniecka, Collectif Indigène, Nina Haab, Anna Masdea.<br />
<br /></div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-1633095872705793892014-03-14T11:34:00.000+01:002014-03-16T10:02:07.522+01:00Due nuovi volumi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Recentemente sono usciti due nuovi testi curati da autori che partecipano al nostro gruppo e che si occupano da prospettive diverse dei nostri "temi".<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-WoXdS4wqDv8/UyLYNoyVRbI/AAAAAAAACtQ/x_x10jcuVZM/s1600/benessere-e-felicita-uscire-dalla-crisi-globale-9788866470786.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-WoXdS4wqDv8/UyLYNoyVRbI/AAAAAAAACtQ/x_x10jcuVZM/s1600/benessere-e-felicita-uscire-dalla-crisi-globale-9788866470786.jpg" height="200" width="140" /></a></div>
"Benessere e felicità: uscire dalla crisi globale. Percorsi interdisciplinari del Laboratorio Federiciano" è stato curato da Caterina Arcidiacono, ordinario di psicologia di comunità. Il testo si inserisce nell'ambito della riflessione condotta dal gruppo "A piene mani. Dono, dis-interesse e beni comuni" dell'Università Federico II di Napoli ed è edito dalla <a href="http://www.diogeneedizioni.it/home-catalogo/collane-per-la-ricerca-universitaria/benessere-e-felicit%C3%A0/" target="_blank">Diogene Edizioni</a>. Il libro è un invito corale alla riflessione sulla felicità come capacità di valorizzazione della rete relazionale (Pulcini), e quindi uno sguardo aperto verso il futuro che proprio la relazione rende possibile. Economia, psicologia, filosofia del diritto, letteratura, divengono quindi delle chiavi di lettura accomunate dal fatto che non solo le persone possono stare in relazione, ma anche i sistemi e quindi i beni comuni.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-ZZ4gpsLoZSg/UyLaysQx2pI/AAAAAAAACtc/Bv1H_KeW2Ak/s1600/imgres.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-ZZ4gpsLoZSg/UyLaysQx2pI/AAAAAAAACtc/Bv1H_KeW2Ak/s1600/imgres.jpg" height="200" width="134" /></a></div>
Il secondo testo è L'Associazionismo familiare in Umbria. Cura, dono ed economia del bene comune. Curato dalla nostra Cristina Montesi insieme con Pierluigi Grasselli e con la prefazione di Stefano Zamagni. Franco Angeli editore. Il libro è il risultato di una lunga e accurata ricerca interdisciplinare tra Economia, Statistica e Psicologia. Il testo risulta interessante perché propone spunti di riflessione che possono riguardare tutta la società italiana e in particolare la spesso mancata attenzione reale della politica ai bisogni della famiglia, che spesso diventa uno strumento retorico di propaganda, piuttosto che un ambito in cui intervenire. La necessità di un'armonizzazione tra famiglia e lavoro di mercato, attraverso tempi più flessibili, capaci di tenere conto del tempo dell'esistere, del prendersi cura, del crescere. Perché, per riprendere la conclusione di Stefano Zamagni <i>Concordia parve res crescunt.</i></div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-52082657026637822142014-02-27T16:46:00.000+01:002014-03-02T14:55:42.648+01:00Il manifesto della convivialità<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-nzZywzO-ncw/Uw9gumk9IEI/AAAAAAAACss/1j_XbFvXQLs/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-nzZywzO-ncw/Uw9gumk9IEI/AAAAAAAACss/1j_XbFvXQLs/s1600/images.jpg" height="168" width="200" /></a></div>
Lo scorso giugno pubblicammo una prima versione del Manifesto della convivialità.<br />
Ora abbiamo la versione ufficiale, tradotta in italiano da Francesco Fistetti. Eccola <a href="http://www.scribd.com/doc/209593153/COMPENDIO-DEL-MANIFESTO-CONVIVIALISTA-recalibre%CC%81" target="_blank">qui</a>: potete scaricarla in PDF. Per la versione integrale potete invece visitare il sito francese <a href="http://lesconvivialistes.fr/" target="_blank">Les Convivialistes</a> dove otete anche sottoscrivere il manifesto stesso e leggere l'interessante materiale messo a disposizione per supportare e animare il dibattito.<br />
Tra i molti sottoscrittori c'è anche la nostra Elena Pulcini che ha scritto un bellissimo commento, che riportiamo integralmente:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i>Ho avuto l’onore e il piacere di partecipare
attivamente alla riflessione confluita infine, grazie al prezioso lavoro di
Alain Caillé, nel Manifeste convivialiste.</i></span></blockquote>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 36.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i></i></span><br />
<a name='more'></a><span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i>Ciò che fin dall’inizio mi ha
colpita sul piano generale è la coesistenza di una diagnosi teorica e di uno
spirito militante: coesistenza rara, soprattutto nel mio paese, l’Italia, dove
purtroppo accade spesso che i due aspetti restino separati; dando origine ad
una teoria senza passione politica e ad una politica incapace di affrontare i
grandi temi e le grandi sfide dell’umanità.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 36.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i>L’età globale ci pone di fronte
a sfide inedite che per lo più stentiamo a riconoscere nella loro gravità,
rifugiandoci in una sorta di diniego o di rassegnata impotenza. Ma il fatto è
che siamo oggi di fronte agli effetti imprevisti e indesiderati del nostro
agire: un agire illimitato, guidato da una hybris
che caratterizza fin dal suo nascere l’individuo moderno, tanto da rivelarsi
paradossalmente ostile alla vita, alla natura, alla relazione. Una parte della
filosofia del ‘900 aveva già perfettamente intuito la deriva prometeica della
modernità, le sue patologie, la perdita di senso e di scopo dell’agire; una
deriva che nell’età globale subisce un processo di radicalizzazione in assenza
delle tradizionali strategie, morali e politiche, di contenimento.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 36.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i>Ma è vero anche, come il Manifesto sottolinea con forza, che
l’età globale contiene una chance
inedita: poiché per la prima volta nella storia possiamo considerarci un’unica
umanità. Siamo uniti, al di là delle differenze di classe, etnia, nazionalità,
cultura, da quelle stesse sfide e da quegli stessi rischi globali che
minacciano la nostra vita e quella delle generazioni future. Il che non vuol
dire sottovalutare le disuguaglianze, oggi quanto mai profonde e radicali. In
questo senso, dobbiamo affrontare un problema di giustizia e dobbiamo farlo attraverso un ripensamento di fondo, e
coraggioso, della logica acquisitiva dell’economia, dei miti del progresso e
della crescita. E non vuol dire neppure proporre una visione irenica e
pacificata dell’umanità. Condivido pienamente a questo proposito,
l’affermazione della funzione emancipativa del conflitto: perché solo riconoscendo la necessità del conflitto e
coltivando la capacità di gestirlo, possiamo combattere la violenza; possiamo,
appunto, confrontarci senza massacrarci.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 36.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i>D’altra parte è solo avendo
cura della relazione, dell’essere in
comune che possiamo aver cura di ciò che abbiamo in comune: la terra, le risorse, i beni che garantiscono la
vita dell’umanità presente e futura. La questione ecologica, la cura
dell’ambiente e del pianeta diventa oggi una questione cruciale, della quale
non sempre, come accennavo, si riconosce l’urgenza. Giustamente il
Manifesto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>afferma la centralità della
questione ecologica, sottolineando la necessità di quell’ottica donativa che
abbiamo sacrificato all’interesse e all’utile, scontandone paradossalmente le
conseguenze negative. Oggi non abbiamo solo un problema di giustizia ma anche
un problema di buona vita, o meglio il problema di consegnare alle generazioni
future un mondo in cui la vita sia degna di essere vissuta.<o:p></o:p></i></span></div>
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<!--EndFragment--><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 36.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<i><span lang="FR" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%; mso-ansi-language: FR;">Convivialismo
è « </span><span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">un’arte di vivere insieme (con-vivere) che consenta agli esseri umani di prendersi cura gli
uni degli altri e della Natura</span><span lang="FR" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%; mso-ansi-language: FR;">». C</span></i><span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i>ura
della relazione, cura del mondo: se la cura
è, come mi piace pensare, la parola d’ordine del convivialismo, credo anche che
essa non possa essere affidata al senso del dovere o ad imperativi astratti, ma
appunto alla consapevolezza di appartenere ad un’unica umanità. Questa
consapevolezza può trovare alimento nel risveglio delle passioni: passioni di lotta come l’indignazione, passioni solidali
o empatiche come il sentimento di giustizia, la generosità, la compassione, il
sentimento di appartenenza. Sono passioni che si manifestano oggi in una serie
di realtà, come i molteplici movimenti sociali globali. Per questo è
essenziale, come il Manifesto si propone di fare, scongiurare la frammentazione
di queste realtà, connetterle tra loro, valorizzarne gli aspetti comuni,
affinché possano ottenere visibilità e diventare portatori di una nuova visione
del mondo.</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 36.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i> Elena Pulcini</i></span></div>
</div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-47035430209391186582014-01-20T17:43:00.001+01:002014-01-20T18:20:20.009+01:00Benessere e felicità<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-66FBg_cEhq0/Ut1R9HAwQwI/AAAAAAAACrg/Wwuves7B3Fk/s1600/url.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-66FBg_cEhq0/Ut1R9HAwQwI/AAAAAAAACrg/Wwuves7B3Fk/s1600/url.jpg" /></a></div>
Il prossimo <b>23 e 24 gennaio </b>si terrà a Napoli, nell'ambito del Laboratorio Federiciano della Felicità, un interessante convegno dal titolo "Benessere e felicità". A questo <a href="http://www.benicomuni.unina.it/convegno-felicita-e-benessere-napoli-23-24-gennaio-brau-piazza-bellini-59.html" target="_blank">link</a> potete trovare il programma completo che vede molti importanti relatori tra i quali il ministro Enrico Giovannini, il prof. Marco Musella, il prof. Mario Rusciano. Tra gli organizzatori del convegno il nostro prof. Ugo Olivieri, fondatore del gruppo "A piene mani. Dono dis-interesse e beni comuni".<br />
<br /></div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-53560431478290225442013-12-10T09:03:00.001+01:002013-12-10T09:03:29.879+01:00Per una nuova alleanza tra mercato e reciprocità<a href="http://1.bp.blogspot.com/-GKGgJNZ18ls/UqbKjdN6o6I/AAAAAAAAAD0/xLwbRcFKTiU/s1600/Logo_nuovo_lessico.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="117" src="http://1.bp.blogspot.com/-GKGgJNZ18ls/UqbKjdN6o6I/AAAAAAAAAD0/xLwbRcFKTiU/s200/Logo_nuovo_lessico.jpg" width="200" /></a>Riportiamo volentieri un contributo del nostro amico Luigino Bruni, pubblicato su <a href="http://www.edc-online.org/it/component/docman/doc_download/1962-131208-avvenire-lessico-11-mercato-bruni.html" target="_blank">Avvenire</a> dell'otto dicembre scorso, relativo alla necessità di una nuova alleanza tra mercato e reciprocità, all'insegna del dono. <b>"</b>All’origine delle civiltà, il dono e lo scambio interessato erano indistinguibili.
Si donava come via allo scambio, che un giorno divenne il mercato.
Questo dato antropologico ci dice molto anche sul nesso inverso: ci
svela che nel mercato esiste e resiste molto dono. Se
così non fosse, ben poca e triste cosa sarebbe recarsi per decenni ogni
mattina al lavoro, per chi ha il “dono” del lavoro, o donare i nostri
anni migliori in una fabbrica o in un uffici; ben triste e poca cosa
sarebbero i nostri progetti e sogni lavorativi, troppo poveri i nostri
rapporti di lavoro, troppo poche le ore di vita vera. Lo sappiamo tutti,
lo abbiamo sempre saputo. Ma in questa fase di pensiero economico e
sociale debole e superficiale, dobbiamo ricordarlo a noi stessi, e a
tutti".<br />
L'articolo è reperibile anche sul sito di <a href="http://www.edc-online.org/it/pubblicazioni/articoli-di/luigino-bruni/editoriali-avvenire/8267-mercato-reciprocita-quell-alleanza-e-da-rifondare.html" target="_blank">Economia di Comunione</a>. Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/01028564464761554435noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-78139066039935076242013-11-25T12:07:00.003+01:002013-11-25T12:07:25.238+01:00Ivan Illich e il movimento dei beni comuni<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-q_OvAijl1gs/UpMu_b6Z7MI/AAAAAAAACqo/AXssuRrg51Q/s1600/url.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://1.bp.blogspot.com/-q_OvAijl1gs/UpMu_b6Z7MI/AAAAAAAACqo/AXssuRrg51Q/s200/url.jpg" width="131" /></a>E' apparso recentemente questo interessante articolo su Ivan Illich nel <a href="http://www.bollier.org/" target="_blank">Blog di David Bollier</a>, uno dei più celebri attivisti americani del movimento "<a href="http://onthecommons.org/" target="_blank">On the Commons</a>" e che è stato recentemente tradotto in Italiano dal sito <a href="http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12599&mode=thread&order=0&thold=0" target="_blank">ComeDonChisciotte</a>.<br />
Ivan Illich rimane un pensatore che non smette di farci riflettere e di appassionarci per la sua lucidissima e penetrante capacità di mettere a nudo gli effetti perversi dello sviluppo.<br />
E in fondo, possiamo dire con lui che "Il bene può essere soltanto un'altra persona. Che cos'altro potrebbe essere?"<br />
<br /></div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-79016496302328935032013-11-16T15:43:00.000+01:002013-11-16T15:43:00.301+01:00la produzione sociale dell'altruismo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-NzCU7tFCNQA/UoeEOLyW0nI/AAAAAAAACqM/z5RIhq6qv6s/s1600/url.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-NzCU7tFCNQA/UoeEOLyW0nI/AAAAAAAACqM/z5RIhq6qv6s/s200/url.jpeg" width="187" /></a></div>
<b>Dal 27 al 29 novembre 2013</b> si terrà a Roma, presso l'Università La Sapienza, Dipartimento di Storia, Culture e Religioni un importante convegno dal titolo "La produzione sociale dell'altruismo: il dono del sangue tra dono, stato e mercato". Il Convegno, organizzato nell'ambito del Dottorato in Etnologia e Etnoantropologia in collaborazione con Avis vede la partecipazione di molti relatori, tra cui Luigino Bruni, Mario Cedrini, Cristina Montesi ecc. <a href="http://www.scribd.com/doc/184676632/Opuscolo-140X100-La-Produzione-Sociale-DellAltruismo" target="_blank">Qui</a> potete trovare l'opuscolo con i dettagli di tutte le tre giornate.</div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-58166379606784298622013-09-22T15:38:00.001+02:002013-09-22T15:41:06.881+02:00Un dono civile<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-0q0Ph1iTycI/Uj7xqEro3zI/AAAAAAAACow/awCQhxcgouQ/s1600/LoppianoLab-manager-italiani-a-scuola-di-economia-civile_articleimage-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="131" src="http://2.bp.blogspot.com/-0q0Ph1iTycI/Uj7xqEro3zI/AAAAAAAACow/awCQhxcgouQ/s200/LoppianoLab-manager-italiani-a-scuola-di-economia-civile_articleimage-1.jpg" width="200" /></a></div>
In questi giorni è stata inaugurata a Loppiano la nuova <a href="http://www.scuoladieconomiacivile.it/" target="_blank">Scuola di Economia Civile</a>: una iniziativa di grande importanza culturale e scientifica, pensata e realizzata da alcuni dei nostri più cari studiosi del dono e delle sue implicazioni economiche come Stefano Zamagni e Luigino Bruni.<br />
Da tutti noi un carissimo augurio per l'avvio dei corsi istituzionali e specialistici già avviati e dedicati in modo particolare a imprenditori e dirigenti d'azienda disponibili a mettersi in gioco e a diffondere il nostro paradigma economico basato sulla reciprocità, sul bene comune e sulla persona che ne promuove la ricerca con efficienza ed equità.<br />
<br />
Sempre in questi giorni un'altra importante protagonista del nostro gruppo Ricercasuldono, la filosofa Elena Pulcini, è intervenuta a Ballarò, riscuotendo un grandissimo successo anche da parte del grande e variegato pubblico televisivo. Per chi non l'avesse vista in diretta qui c'è l'estratto del suo intervento:<br />
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/PB7EarjB_dg" width="420"></iframe></div>
Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-20213451373657569872013-07-17T11:18:00.000+02:002013-07-17T11:18:10.502+02:00Gli italiani e la carità: i risultati di una ricerca svolta dalla Fondazione Casa della Carità<a href="http://2.bp.blogspot.com/-U5WO8HoWRcM/UeZgo42OYtI/AAAAAAAAACo/OHeAKAsSs_g/s1600/Logo.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-U5WO8HoWRcM/UeZgo42OYtI/AAAAAAAAACo/OHeAKAsSs_g/s1600/Logo.gif" title="" /></a>Sono stati di recente presentati a Milano i risultati della ricerca svolta da AstraRicerche per conto della <a href="http://www.casadellacarita.org/" target="_blank">Fondazione Casa della Carità</a>, che integra e aggiorna quella svolta nel 2005.<br />
La ricerca evidenzia elementi contraddittori: se il 53,4% degli italiani si dichiara attivo nell'impegno nel volontariato e nelle donazioni, la restante parte non lo è, per questioni di principio o per ragioni economiche. Il dato più preoccupante emerge però dal fatto che il 53,9% degli italiani mostrerebbe ostilità o indifferenza nei confronti dei temi legati alla carità.<br />
Il "nostro" Roberto Mancini, intervenuto alla presentazione della ricerca, suggerisce a tal proposito di lavorare per una politica democratica che sappia rimuovere la strozzatura che non consente alle numerose esperienze positive presenti nel nostro Paese di influenzare il dibattito e le scelte politiche, e di impegnarsi per creare, partendo dai territori, un senso di
appartenenza a una comunità solidale e democratica con cui sconfiggere
l'identificazione e l'isolamento causati dalla crisi.<br />
A questo <a href="http://www.casadellacarita.org/italiani-carita" target="_blank">link</a> è possibile trovare la notizia, nonchè scaricare i dati della ricerca e l'intervento di Roberto Mancini. Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/01028564464761554435noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2220405996782619841.post-26478589990560427992013-07-01T23:26:00.000+02:002013-07-01T23:26:15.625+02:00Tempo di beni comuni. Studi interdisciplinari<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.fondazionebasso.it/images/logo_basso.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="67" src="http://www.fondazionebasso.it/images/logo_basso.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-line-height-alt: 5.0pt; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;">Il </span><span style="color: black; font-family: Arial;">2 luglio</span><span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;"> dalle ore </span><span style="color: black; font-family: Arial;">15:00</span><span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;"> alle ore </span><span style="color: black; font-family: Arial;">19:00</span></b><span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;">, la <a href="http://www.fondazionebasso.it/" target="_blank">Fondazione Basso </a>organizza un seminario di riflessione a
partire dai materiali contenuti nel volume collettivo che vede coinvolti alcuni nostri amici del gruppo "Ricerca Sul dono". Si tratta di un testo molto interessante, perché riflette su molti interrogativi aperti: i beni comuni sono un catalogo illimitato
di beni o piuttosto un attributo dell'"agire in comune"? I beni
comuni sono "oltremoderni" (e "retromoderni" con nostalgie
per il medioevo) o una dimensione del "moderno"? I beni comuni
"triangolano" con il pubblico e il privato o vanno "oltre"
il pubblico e il privato? Quale rapporto tra "bene comune" e
"beni comuni"?<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="mso-line-height-alt: 5.0pt; mso-margin-top-alt: auto; mso-outline-level: 1; text-align: center;">
<span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;">Intervengono<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="mso-line-height-alt: 5.0pt; mso-margin-top-alt: auto; text-align: center;">
<span style="color: black; font-family: Arial;">Alberto
Asor Rosa, Alfonso Gianni, Maria Rosaria Marella, Giuseppe Nicoletti, Elena
Pulcini, Stefano Rodotà, Ermanno Vitale</span><span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="mso-line-height-alt: 5.0pt; mso-margin-top-alt: auto; mso-outline-level: 1; text-align: center;">
<span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;">Coordina </span><span style="color: black; font-family: Arial;">Laura Pennacchi</span><span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;">
<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="mso-line-height-alt: 5.0pt; mso-margin-top-alt: auto; mso-outline-level: 1; text-align: center;">
<span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 14.0pt;"><a href="http://www.fondazionebasso.it/site/it-IT/Menu_Principale/Agenda/Agenda/2013_07_02.html" target="_blank">Sala conferenze Fondazione Basso</a></span><span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="mso-line-height-alt: 5.0pt; mso-margin-top-alt: auto; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="mso-line-height-alt: 5.0pt; mso-margin-top-alt: auto; mso-outline-level: 1; text-align: center;">
<span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;">Fondazione Lelio e Lisli Basso - Issoco<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="mso-line-height-alt: 5.0pt; mso-margin-top-alt: auto; text-align: center;">
<span style="color: black; font-family: Arial; font-size: 10.0pt;">Via della Dogana Vecchia, 5 - Roma<o:p></o:p></span></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-M_FaEJiMVy4/UbS2CVuZVeI/AAAAAAAACW8/2un2Dfxotgs/s1600/968901_378878925550604_603002435_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-M_FaEJiMVy4/UbS2CVuZVeI/AAAAAAAACW8/2un2Dfxotgs/s200/968901_378878925550604_603002435_n.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Il Mauss ha recentemente ritrovato un nuovo slancio e propone, grazie alla incessante opera di Alain Caillé, il Manifesto della Convivialità. <div>
Un testo, ma soprattutto un movimento capace di tradurre le riflessioni di tanti anni e di tanti autori, in una proposta politica, per provare a costruire una società più sana, dove vivere insieme senza nostalgie riferite al passato, ma anche senza nascondere il grande potenziale autodistruttivo del presente.<div>
Su questo <b><a href="http://lesconvivialistes.fr/" target="_blank">sito</a></b> potete trovare l'estratto del Manifesto in francese, inglese e spagnolo (il testo integrale in italiano è stato da poco pubblicato da <a href="http://www.pensamultimedia.it/pensa/index.php?page=shop.product_details&flypage=flypage_pensa.tpl&product_id=1422&category_id=30&option=com_virtuemart&Itemid=111&lang=it" target="_blank">Pensa Multimedia </a>e curato da Francesco Fistetti) e aderire alla Dichiarazione di Interdipendenza, per superare finalmente la "scelta razionale" e mobilitare l'emozione e la passione per l'altro.</div>
<div>
</div>
</div>
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Anna Cossettahttp://www.blogger.com/profile/12464230621616340442noreply@blogger.com0