Un bel giorno d'estate Federico Bastiani ha aperto un gruppo su Facebook: "Residenti in via Fondazza". "Camminavo in via Fondazza a Bologna - ha raccontato - con mia moglie e mio figlio di 20 mesi. Abitavo lì da tre anni e non conoscevo nessuno, anche perché uscendo di casa alle sei di mattina e tornando alle sette di sera, è anche difficile socializzare. Come fare a conoscere i vicini se non hai tempo? E poi volevo sapere se c’erano altri bambini nella strada con cui far giocare mio figlio".
E così ha inventato il Social Street: grazie allo strumento gratuito dei gruppi chiusi di Facebook, si cerca di instaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità, conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune e trarre quindi tutti i benefici derivanti da una maggiore interazione sociale. E il fenomeno si è diffuso a tutta Italia e non solo, tanto che se ne sono occupati giornali nazionali e internazionali e studiosi di tutto il mondo stanno cercando di comprendere come sia stato possibile, così, semplicemente passare "dal virtuale al reale e al virtuoso", come dicono loro. Il motore di tutto è il dono. E qui lo stesso Federico Bastiani spiega il perché.
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