Il "caso Celentano" e il dono del suo astronomico compenso per intervenire al Festival di Sanremo ci fornisce uno spunto interessante per riflettere
(ancora!) sul dono e il mercato. Dono e mercato convivono da molti anni. Una
lotta spesso sotterranea, invisibile; una convivenza talvolta difficile, ma
portata avanti con rassegnazione e qualche volta con impennate d’orgoglio. E’
chiaro: il mercato, avido e assolutista vuole inglobare tutto, anche il dono, che tuttavia è troppo vecchio e malizioso per farsi prendere così facilmente.
L’idea di chiedere al mercato per poi donare è interessante,
ma sembra tutta figlia del mercato. In un momento in cui di denaro ce n’è poco
-quanto meno nelle tasche di coloro che devono pagare il canone televisivo-
destinare cifre da capogiro a chicchessia per una ospitata televisiva appare
francamente poco sopportabile e così l’interessato decide di ribaltare il
fronte comunicando che “donerà in beneficienza”. Un atto che sembra avere
qualche parentela con la filantropia, ma qualcosa stride con più forza, perché
in questo caso non si sta davvero chiedendo al mercato, ma a una forma di Stato
spesso mascherata e contaminata anch’essa (la Rai e le sue mille dimensioni).
Forse basterebbe solo un po’ più di ordine e di equità.
forse dico una banalità enorme, ma mi sembra che nel mercato della credibilità celentano cerchi in questo modo di fare l'ennesimo affarone, arrivato a quei livelli di capitale economico, in fondo, è decisamente più strategico accumulare altre forme di capitale, direi che tra queste trovate e la pratica del dono c'è una bella distanza
RispondiEliminabono vox docet
RispondiElimina"diversificare le forme di capitale da accumulare! mi sembra proprio una definizione perfetta delle strategie del mercato di oggi.
RispondiEliminaBellissimo il blog...
RispondiEliminachiaro, accessibile a tutti...
'' O dia de hoje é uma dádiva, por isso é que o chamam de presete"
" oggi giorno é un dono, per quello lo chiamiamo momento presente....
Auguri a tutti.
Ivania